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PORTO VIRO-Gennari esprime rammarico sulla gestione del parco del Delta.

Il Parco esclude gli amministratori dalle decisioni più importanti e favorisce i cacciatori. È questa, in buona sostanza, la denuncia che fa Geremia Gennari, già presidente del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, nei confronti della gestione dell’ente.

“Ho letto con piacere – dichiara Gennari – il documento che esprime la forte e determinata presa di posizione di otto sindaci su nove, mancava guarda caso il sindaco Carmen Mauri di Ariano Polesine o il suo vice Giovanni Chillemi, un fatto che quanto meno sorprende. Il documento è un’esplicita e chiara denuncia di una situazione, che da tempo vede il Parco pressoché immobile e soprattutto, si dice, in procinto di assumere decisioni vitali per l’ente stesso senza coinvolgere minimamente gli amministratori locali”. Secondo Gennari i sindaci in questione si basano su “voci che, sempre più insistentemente – rivela – si riferiscono a decisioni relative alla governance, ovvero la sostituzione del direttore Marco Gottardi senza darne le dovute motivazioni. E a seguito di insistenti pressioni relative a delle modifiche al già adottato Piano Ambientale, da sempre volute da una parte delle organizzazioni dei cacciatori, come ad esempio: fuori gli scanni dalla perimetrazione e modifiche con riduzione dell’area nella zona del Bacucco per potervi installare alcune botti per la caccia”. “Dal loro comunicato leggo anche – insiste Gennari – che i sindaci hanno inviato la nota di protesta-denuncia al presidente Luca Zaia, al suo vice Gianluca Forcolin, e all’assessore polesano Cristiano Corazzari esprimendo stupore e preoccupazione per non essere stati coinvolti in nessuna delle problematiche citate e tutto ciò in barba alla tanto conclamata partecipazione e coinvolgimento del territorio sbandierati come un mantra dalla Lega”. “Ricordo che si sta rasentando il ridicolo – avverte l’ex presidente – pensando che sono stati impiegati 15 anni, dal 1997 al 2012, per definire ed adottare il Piano Ambientale soprattutto a causa dell’ostruzione di alcune categorie di cacciatori. Dopo cinque anni, dal 2012 al 2017, che il Piano giace in Regione, in attesa della sua definitiva approvazione, si ritorna alla carica sugli stessi problemi con una situazione di commissariamento dell’ente Parco. Semplicemente vergognoso: poi si dice che il Parco non decolla. Se ne facciano una ragione il presidente Zaia, l’assessore Corazzari e il commissario Viti per quanto fatto dal 2015 ad oggi.

Poiché parliamo di temi fondamentali per il futuro del Parco, in questi giorni ho fatto richiesta di accesso agli atti per conoscere concretamente dalla documentazione ufficiale la realtà degli stessi. Con tutto il rispetto dei cacciatori, ricordo che sono una piccolissima minoranza rispetto agli oltre 70mila abitanti del territorio e che alla fine sono funzionali alle fortune politiche di qualcuno. Con le copie degli atti che spero di avere quanto prima ricostruirò i percorsi e i fatti dai quali presumo che si evincerà lo stretto legame fra la programmata nomina del nuovo direttore del parco, probabilmente dall’assessore Corazzari, che tutti individuano in un cacciatore assolutamente funzionale alle problematiche relative alle modifiche del piano ambientale volute dagli stessi cacciatori. Penso che dalla lettura degli atti sarà chiaro a tutti, cittadini compresi, cosa bolle in pentola sulla testa dei sindaci e se lo riterrò opportuno invierò il tutto al presidente Zaia”.  Geremia Gennari-già Presidente del Parco Regionale Veneto del Delta del Po.

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