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TRA VILLE E GIARDINI XXIII-Dai Diritti dell’Infanzia alle Emergenze Africane, Il Genio Sempreverde di Giobbe Covatta.

FRASSINELLE POLESINE (RO) – Un battesimo della folla di varie provenienze, attirata dalla proverbiale comicità intelligente di Giobbe Covatta. Il debutto di Frassinelle Polesine nel cartellone di Tra ville e giardini, la rassegna itinerante di spettacolo, sostenuta da Provincia di Rovigo, Regione del Veneto, Fondazione Cariparo ed Ente Rovigo Festival, è stata una splendida serata di divertimento sano e stimoli culturali, entro la cornice rettangolare di piazza del Popolo, un salotto pieno di pubblico accomodato e plaudente. Una lunga standing ovation al termine dello spettacolo

Domenica 14 agosto scorso, Tra ville e giardini ha allestito, in fatti, nel piccolo comune in riva al Canalbianco, lo show comico “La Divina commediola” del geniale umorista e attore partenopeo, Giobbe Covatta. Lo spettacolo è stato introdotto dal sindaco Renzo Calzavarini, che ha dato il benvenuto al pubblico. “Questo è il primo di tanti eventi che svilupperemo su questa bella piazza – ha detto il primo cittadino – perché riteniamo che sia la nostra Villa, il valore aggiunto che può dare Frassinelle alla cultura e intendiamo darle valore”. Lucia Ghiotti, il consigliere provinciale alla Cultura ha ricordato che “è negli obiettivi di Tra ville e giardini arrivare a dare la possibilità anche ai piccoli comuni di organizzare eventi importanti, a beneficio dei cittadini e della visibilità del nostro Polesine”. Claudio Ronda, direttore artistico della rassegna, ha presentato lo spettacolo come “una vigilia di Ferragosto per stare assieme e parlare anche di Diritti umani”, ricordando il tema dello show e la presenza di Emergency Rovigo, con cui Tra ville e giardini ha un legame affettivo e collaborativo.

Giobbe Covatta, “comico emergente”, come si è definito, è un grande mattatore di lungo corso. Non ha bisogno di ingressi ad effetto e può permettersi un pantalone vissuto, che sembra appena rientrato da un safari in Africa. Ha un’aura di autenticità che lo circonda e trasuda esperienza umana, senza retorica, raggiunta con gli stessi piedi scalzi con cui sta sul palco. Noto è il suo impegno con Amref heath Africa. Gironzola in lungo e in largo, a tratti disegna sulla lavagna i concetti che diventano battute, sembra chiacchierare amabilmente tra amici, col quel simpatico vernacolo napoletano che condisce e colora il racconto. Il pubblico pende dalle sue labbra, consapevole dell’unicità del momento.

“La Divina commediola” è una doppia narrazione parallela. Da un lato il testo napoletano in versi, scritto dal “fratello di Dante, Ciro Alighieri, che era molto più bravo di lui”, dove un Virgilio bambino nero accompagna il vate nel Terzo mondo, a toccare con mano la negazione della Carta dei diritti dell’infanzia (Onu, 1989), dove “regna il rovescio del diritto”. “Se Benigni legge Dante, Covatta legge Ciro…”, ha iniziato Giobbe. E’ la parte lirica e terribile della violazione del continente africano. Dall’altro lato, il commento umoristico-sarcastico del testo, fatto di esperienze reali in Africa, di persone incontrate, di scene particolareggiate, di riflessioni disincantate. E di ogni situazione, prima il pugno nello stomaco, e poi, il lato comico. Il pubblico si sbellica dalle risate, coinvolto e travolto suo malgrado. Al temine dello spettacolo si alzano tutti in piedi e continua l’applauso. In Africa gli spostamenti sono interminabili e complicatissimi. “Il 74,3 africano che parte da Nairobi, ha la scritta Air Madagascar sulla carlinga…ma, si vede ad occhio nudo che A-da-gascar!”. Le valigie che non partono, ma ti puoi prendere all’arrivo quelle degli altri che son partiti senza. I grandi animali ed i viaggi turistici. L’idea di razzismo. L’uguaglianza dei popoli e le uniche differenze sono tra uomo e donna: l’uno ha 48 neuroni; l’altra due milioni di milioni di miliardi e li usa tutti assieme; il maschio non più di tre alla volta, altrimenti gli viene l’infarto. La lotteria della vita, per cui non si decide dove nascere. Esilarante la comparazione tra i pensieri di due neonati, uno nel Terzo mondo e l’altro in Europa. La quantità infinita di bambini africani. Il diritto negato dell’alimentazione: 33 mila bambini muoiono di fame ogni giorno. E gli Ogm sono solo stati un diversivo. La piaga mortale del turismo sessuale che colpisce i bambini africani: cento mila italiani si recano ogni anno in Africa, senza contare gli altri. “Pensate che import/export mondiale di mxxxa…!”. Poi, il problema dell’acqua potabile che sfocia in guerre. I desolati punti sanità africani. La mancanza di scuole e troppo lontane dai villaggi. “La scuola è il cuore di ogni società. – ha detto Giobbe – In questo momento in qualche terza elementare c’è un bambino che tra trent’anni sarà il nostro presidente del Consiglio: bisognerà farlo crescere bene questo bambino, o no?”. L’incontro coi Turkana, niloti del Kenya nord-occidentale: un quasi commovente ritratto di umanità vera, quella felice per una nuova conoscenza e non perché comparirà in un film. “Son più primitivi quelli che costruiscono i ponti o quelli che edificano i muri?”. Uno spettacolo denso e pregno di riflessioni tra una risata e l’altra; Giobbe Covatta, nonostante tutto e gli anni, è un vero sempreverde dell’umorismo, con una capacità inarrivabile di trovare sempre il lato comico guardando la vita con indulgenza e mettendoci dentro una generosa umanità. Standing ovation, la prima di Tra ville e giardini 2022.

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