“Voci dal Polesine” si apre a Rosolina: la storia come memoria viva con Gino Bedeschi.
ROSOLINA-(RO)-Mercoledì 15 ottobre, alle ore 21, nella Sala Consiliare del Comune di Rosolina (Viale Guglielmo Marconi), prende il via “Voci dal Polesine”, il percorso culturale promosso dal Centro Culturale per una Civiltà dell’Incontro APS con il patrocinio del Comune di Rosolina e con la collaborazione del circolo Noi di Rosolina.
Un’iniziativa che unisce storia, memoria civile e riflessione educativa, trasformando la cultura in un’occasione di incontro, crescita e comunità. Ad aprire il ciclo sarà Gino Bedeschi, storico e ricercatore dell’Istituto polesano per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea (IstPolRec), che insegna Storia al Polo Tecnico di Adria. Laureato in Giurisprudenza e in Storia Contemporanea, Bedeschi è autore di importanti studi dedicati alla storia sociale e politica del Polesine, dal fascismo alla Resistenza, sempre con uno sguardo attento alla vita quotidiana della gente comune e ai mutamenti che hanno segnato la nostra terra.
Nel suo nuovo volume, Il Polesine del primo dopoguerra, Le lotte contadine del biennio rosso e l’avvento del fascismo (Casa Editrice Apogeo), la narrazione si sviluppa all’interno di un contesto storico ancorato al primo Novecento, quando il territorio polesano era ancora fortemente rurale, dominato dal potere agrario e caratterizzato dalla presenza di un vasto bracciantato. In quegli anni, tra il crollo dell’ordine liberale e l’avanzare delle tensioni sociali, si manifestano i segni di un profondo cambiamento: i contadini chiedono giustizia e diritti, il ceto medio teme l’instabilità, e la vecchia classe dirigente tenta di mantenere il controllo. Un quadro complesso che anticipa la crisi della democrazia e l’ascesa del fascismo, restituendo l’immagine di un Polesine attraversato da contraddizioni, ma anche da un’intensa vitalità sociale e morale. “Raccontare la nostra storia non è un esercizio di nostalgia – sottolinea Bedeschi – ma un modo per capire chi siamo e dove vogliamo andare come comunità.”
Seguirà un dialogo aperto con il pubblico, per condividere riflessioni e domande su una pagina di storia che appartiene a tutti noi. Gli anni raccontati da Bedeschi non sono soltanto un capitolo del passato: sono un richiamo a riconoscere le radici delle sfide di oggi, dalle disuguaglianze sociali alla ricerca di coesione e giustizia. Questo primo incontro diventa così un invito a riscoprire la forza della memoria come strumento di consapevolezza collettiva, per costruire insieme un futuro fondato su conoscenza, responsabilità e partecipazione. Un incontro per tutti, da vivere insieme. L’ingresso è libero!



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