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ANTICHI ORGANI DEL POLESINE-UN CONCERTO D’APERTURA DAVVERO EMOZIONANTE.

ADRIA (Ro) – E chi l’aveva mai sentito cantare così, l’organo Malvestio 1930, della Cattedrale di Adria? E’ stata un piacere per tutti l’eufonia ipnotica e la palpabile complicità tecnico-emozionale che s’è creata tra lo strumento e l’organista Ilaria Centorrino, al concerto d’apertura del Festival Antichi organi del Polesine, che si è tenuto ieri sera (7 dicembre), nella Cattedrale dei Santi apostoli Pietro e Paolo, per l’organizzazione di Asolo Musica.

La trasmissione elettrica tra la consolle dove suona il musicista e le due camere organarie sono come “parlare al telefono con lo strumento”, come ha spiegato il maestro Alberto Voltolina, che ha assistito la Centorrino al leggio e spiegato i brani in esecuzione; per questo ci vuole maestria e grande competenza tecnica, oltre che importanti doti da esecutore per far arrivare un suono così melodioso, pulito e vibrante d’emozioni dritto al cuore del pubblico, come se fosse lo stesso musicista a regolare il passaggio dell’aria dai ventilabri alle canne producendo il suono, e non invece la chiusura e apertura di prosaici contatti elettrici, prodotta dalla pressione sui tasti e sui pedali. Il tocco leggero e sicuro delle mani sulle tre tastiere e l’appoggiarsi aggraziato dei piedi sulle pedaliere erano già uno spettacolo affascinante. Poi la musica, così armoniosa e colorata di mille sfumature, ha completato “una serata di bellezza”, come ha commentato l’arciprete monsignor Antonio Donà, che ha fatto gli onori di casa nella Parrocchia della Cattedrale.

Si comincia con un compositore contemporaneo, Luigi del Prete e la sua “Hodie Maria Virgo”, omaggio alla festività dell’Immacolata; da subito l’organo diretto della maestra Centorrino mostra la sua versatilità, un suono vivace e gioioso che non si sente abitualmente. Si continua con la solennità dell’immancabile Johannes Sebastian Bach in brani piuttosto desueti e di grandi difficoltà tecniche. Qui è veramente l’organista che fa la differenza: la Centorrino riesce a portare un organo a trasmissione elettrica, quindi diversissimo da quelli meccanici in uso al compositore tedesco, in pieno Barocco, ad una purezza di suono armoniosa ed eufonica di grande impatto emotivo molto contemporanea. Verso il Romanticismo dei brani di Mendelssohn e Pierné le 3032 canne del Malvestio danno il meglio di loro. Il programma del concerto è molto sfaccettato e quando approda agli inizi del Novecento, la “Melodia in Si bemolle op.59 n. 11” di Max Reger, l’organista e lo strumento si profondono in una ricercatezza cromatica infinita, in un vagare tra le tonalità senza risparmio come sotto ispirazione, dentro una melodia sorretta da continue modulazioni armoniche meravigliose. Il concerto si chiude con “Choral varié sur le Veni Creator Op. 4” scritta per organo solista dal francese Maurice Deruflé, autore che rivaluta il plurisecolare patrimonio gregoriano. Il prossimo appuntamento con gli antichi organi del Polesine è domenica 15 dicembre 2019, alle ore 16.30, nella chiesa di San Nicolò vescovo a Ca’ Venier-Porto Tolle, per ascoltare un concerto per organo e voce soprano, con Elisa Teglia, Paola Cigno e l’organo Bazzani 1887. Il Festival Antichi Organi è un progetto di Asolo Musica, col sostegno di Regione Veneto e Mibact e la direzione artistica di Nicola Cittadin.

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