Politica

LUDOPATIA-L’azzardo non è un gioco.

ADRIA-“E’ ancora un gioco? Cosa perdi con l’azzardo”è stato il tema dell’incontro organizzato dal movimento civico per il bene comune(IBC) alla sala delle associazioni, con lo scopo di promuovere tra i cittadini, la cultura del gioco responsabile, la conoscenza del fenomeno e dei rischi correlati alle pratiche del gioco patologico e il loro recupero.

Ad aprire la serata Marina Mantovani, referente del gruppo di lavoro del settore sociale, del movimento civico per il bene comune coordinato da Leonardo Bonato “E’ dovere di un’amministrazione-ha detto Bonato- ascoltare la voce di esperti e il contributo di cittadini che, se sono parte di una cittadinanza attiva hanno la possibilità di contribuire a migliorare le situazioni più problematiche”. Moderatore d’eccezione della serata Stefania Tamiso. Marina Mantovani, nel fare una fotografia delle problematiche del gioco d’azzardo in Italia e nel nostro territorio, è partita snocciolando i dati dello studio del reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche(CNR) di Pisa coordinato da Sabrina Molinaro. Una ricerca che mette in evidenza le tendenze del gioco d’azzardo nel nostro paese, la cui diffusione risulta in aumento anche tra gli studenti. Ai dati statistici del 2017, sono seguiti gli interventi della psicologa Ivana Stimamiglio, che ha spiegato nei dettagli i sintomi delle dipendenze, dello psichiatra Luciano Finotti che ha affrontato le dipendenze dal punto di vista scientifico e della presidente dell’Acat e Ama Marta Silimbani, la quale ha spiegato come e dove le persone soggette alle problematiche azzardo correlate, possono trovare aiuto.
Virtuosa la testimonianza di Francesco Begheldo del bar Spiffero, l’imprenditore che ha avuto il coraggio di rinunciare alla presenza di due macchinette nel suo locale“ Più il tempo passava e più mi accorsi che le macchinette erano diventate un disturbo per la mia attività di bar. -racconta Begheldo- Una decisione che maturai un po’ alla volta a causa del nervosismo di qualche cliente dovuto alla perdita di cifre considerevoli, per quelle persone che mi chiedevano prestiti, dopo aver perso i soldi giocando e per le scenate di chi si ridicolizzava in buffi riti propiziatori pur che la macchinetta riuscisse a pagare, addirittura arrivando ad accarezzarla e a raccontarle filastrocche”.

Francesco Begheldo decise di recedere il contratto rinunciando così all’entrata mensile per pagare l’affitto del locale e non solo.” Nel momento in cui tolsi le macchinette, balzai addirittura alla cronaca dei quotidiani, perché riempii lo spazio con i disegni dei bambini dei miei clienti. Da allora ho raggiunto la mia tranquillità lavorativa. E l’ho fatto con i libri, la musica, i giochi per i bambini e attrezzando uno spazio del bar, dove le mamme possono trovare una postazione per allattare e cambiare il proprio bambino”. Diverse le domande del pubblico presente ai relatori della serata. Nel suo intervento di chiusura a margine, il sindaco Omar Barbierato, ha sottolineato come sia importante promuovere la cultura del gioco responsabile e far conoscere i rischi anche tra i giovani, attraverso un piano d’azione che integri i progetti di prevenzione già attivati con le scuole.

Commenta tramite Facebook
Condividi con i tuoi amici