AdriaSuccede nei dintorni

Il Comune persegue una nuova strada per la messa in sicurezza del sito di Ca Emo.

Il Comune di Adria (con prot. n. 16964) ha chiesto un supporto tecnico alla Regione al fine di affrontare tutte le incombenze che il caso Coimpo/Agribiofert richiede, per predisporre un piano condiviso delle iniziative necessarie a garantire la salute dei cittadini e salvaguardare l’ambiente, considerato che la problematica relativa alla gestione di una bonifica del sito che riveste carattere interregionale.

Alla luce della sentenza n. 1571/2019 del Tribunale di Rovigo che ha riconosciuto e accertato la penale responsabilità di Gianni Pagnin e Mauro Luise a dover ripristinare lo stato dell’ambiente del sito, il sindaco ha emanato una specifica ordinanza (n. 52 del 18.5.2020 ai sensi dell’art. 50 Tuel) con la quale l’ ex presidente e il responsabile tecnico dell’azienda di lavorazione fanghi di Ca Emo, dovranno, entro 30 giorni dalla consegna della notifica dell’atto, presentare al Comune un piano dettagliato degli interventi e relativo crono programma e alla successiva realizzazione di tutti gli interventi necessari per la messa in sicurezza del sito. “Una decisione correlata all’accertamento in sede penale delle responsabilità dei due condannati -afferma il primo cittadino- evidenziata durante il processo, anche in seguito alla reiterazione della condotta dell’attività illecita proseguita dopo l’incidente mortale avvenuto nel settembre 2014 , nello stabilimento delle ditte Coimpo e Agribiofert”.

Una tragedia sul lavoro in cui persero la vita quattro persone per effetto della nube tossica, che si sviluppò in seguito allo sversamento di acido solforico, in una vasca contenente fanghi. Quattro vite stroncate e per tali fatti, il tribunale di Rovigo ha condannato Pagnin e Luise, alla pena della reclusione, al risarcimento dei danni patiti dalle parti civili costituite in giudizio e alla rifusione delle spese legali di costituzione di parte civile.

La richiesta dei finanziamenti regionali per la caratterizzazione e quindi le procedure di messa in sicurezza del sito inquinato, si renderebbero necessari per l’avvio dell’opera di bonifica, anche in virtù dell’art.250 del codice dell’ambiente, (D.Lgs 3 aprile 2006,n.152)in base al quale se i soggetti responsabili della contaminazione non provvedano direttamente agli adempimenti disposti, né il proprietario né altri soggetti interessati, saranno realizzati d’ufficio dal Comune e, ove questo non provveda, dalla Regione.

Nello specifico si parla di 50mila metri cubi di fanghi solidi stoccati in silos e vasche, e 6mila metri cubi di fanghi liquidi, la cui natura e pericolosità, è in fase di accertamento. “Il Comune pertanto ha inoltrato domanda di accesso ad un finanziamento regionale per la caratterizzazione del sito e la messa in sicurezza dello stesso, con un progetto di 580mila euro, di cui il 20% a carico della città etrusca”-informa l’assessore Matteo Stoppa. “Sono anni che i cittadini di Ca Emo aspettano risposte, -commenta la consigliera comunale e provinciale Sara Mazzucato- e per questo, come amministrazione civica, stiamo lavorando con azioni concrete x il bene della comunità”.

“Il sito di Ca Emo è un problema che trattiamo con i vari enti coinvolti (Arpav,Regione,Provincia) con lo scopo comune di percorrere ogni strada utile per accelerare l’ iter della bonifica -commenta il Sindaco- Per il futuro, prevediamo di organizzare un incontro pubblico con i cittadini per fare il punto sulla situazione”

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