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ROVIGO-Tra Ville e Giardini – Yellowjackets ad Occhiobello.

Yellowjackets, il gruppo statunitense che ha fatto la storia della musica jazz-fusion, torna in Polesine, dopo nove anni. martedì 31/07/2018 h 21.30 Occhiobello-S. Maria Maddalena (Ro), Area golenale Il PontileYELLOWJACKETS, LA STORIA DELLA FUSION 

La chiusura del ponte di S. Maria e la particolarità della location richiedono uno sforzo organizzativo che il Comune di Occhiobello sta mettendo in campo di buon grado, per garantir la fruibilità e la sicurezza insieme. Chi arriva dalla sponda ferrarese potrà lasciare l’auto e utilizzare il traghetto sul Po, sia per arrivare che per lasciare il concerto, poiché sono previste corse aggiuntive che assicurano lo spostamento comodo a piedi senza imboccare l’autostrada A13. A coloro che arrivano dal Polesine, si consiglia di parcheggiare nelle aree sotto l’argine del Po e di raggiungere a piedi “Il pontile”, salendo le apposite scale pedonali. In caso di maltempo, il concerto si terrà all’interno dell’Auditorium di Santa Maria, in via Amendola. Ingresso euro 5.00

Tutto è pronto, dunque, per accogliere gli Yellowjackets, per un concerto in cui presenteranno brani del loro album più recente, Cohearence (2016). La formazione vede gli storici Bob Mintzer al sax, Russell Ferrante alle tastiere, William Kennedy alla batteria ed il nuovo ingresso di Dane Alderson al basso elettrico. Definiti dalla critica tra crossover jazz e fusion, le “giacche gialle” sono partite dalla lezione del grande Joe Zawinul dei Weather Report, per sviluppare poi un proprio percorso compositivo con cui si sono imposti soprattutto negli anni ’80. E’ musica di forte impatto ritmico con temi accattivanti. La discografia del gruppo ha spaziato dall’easy listening fino ad un post-bop tirato ed elettrico, lasciando sempre la sensazione all’ascolto di musicisti fuoriclasse, sempre attuali. Coherence non fa differenza, e soprattutto non la fa pur tornando nuovamente a spingere sul versante jazz (sempre in versione elettrica) anziché sul R&B o sul funk (a parte un paio di brani), con un gioco di alternanze a cui i longevi fans del quartetto sono abituati da sempre, avendo a che fare con uno dei pochi gruppi che nel tempo hanno articolato e reso più complesso il loro discorso musicale anziché replicare un successo comodo.

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