OPERAZIONE “TZIGANE”-MISURE DI PREVENZIONE ANTIMAFIA.
CANARO (RO)-Due abitazioni, un terreno, tre autorimesse e tredici autovetture tra cui un Bmw 535 ed un’Opel Zafira (per un valore complessivo di circa 95.000 euro) sono state poste sotto sequestro dalle fiamme gialle polesane in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale di Venezia – Sezione distrettuale misure di prevenzione, nei confronti di due soggetti facenti parte di un corposo nucleo familiare nomade in cui il capo famiglia è agli arresti domiciliari e la maggior parte dei componenti risultano essere pluripregiudicati per reati di particolare allarme sociale (furti, rapine aggravate, violenze fisiche, etc..) nonché già sottoposti a misure restrittive personali ed a misure di prevenzione personali.
Tali soggetti, radicati nel comune di Canaro (RO), erano stati tra l’altro oggetto di un Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica e quindi segnalati dalla Prefettura di Rovigo quali persone di possibile turbativa sociale alla comunità locale . Pertanto sono scattati, a cura dei finanzieri della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria, complessi accertamenti finalizzati ad accertare la legittima provenienza dei proventi che avevano reso possibile l’accumulo dei beni in argomento. Le indagini, svolte anche attraverso l’ausilio di numerose banche dati, hanno riguardato tutto il nucleo familiare residente a Canaro ed hanno consentito di far emergere in particolare, le posizioni di due persone fisiche risultate essere intestatarie dei citati beni immobili e mobili registrati, assolutamente incoerenti e sproporzionati rispetto alle fonti reddituali se si considera che tali soggetti non hanno mai dichiarato alcun reddito e non avrebbero avuto quindi, almeno lecitamente, le disponibilità finanziarie per l’acquisto e la manutenzione dei suddetti beni.
All’esito delle indagini è stata quindi inoltrata, nel mese di ottobre, alla Procura della Repubblica di Rovigo una proposta finalizzata all’adozione di misure ablative patrimoniali ai sensi della normativa antimafia. Il Tribunale ordinario di Venezia, in accoglimento alla predetta richiesta inoltrata dalla Procura della Repubblica di Rovigo e ritenendo fondati i presupposti di pericolosità sociale in capo ai preposti in quanto ritenuti soggetti che vivono abitualmente anche in parte coi proventi derivanti da attività delittuose ed i cui beni risultano sproporzionati rispetto ai redditi posseduti, emetteva un decreto di sequestro finalizzato alla successiva confisca, disponendo l’immissione nel possesso dell’amministratore giudiziario all’uopo nominato.
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