Politica

SICUREZZA SUL LAVORO-I DATI ALLARMANO, IL VENETO DEVE REAGIRE. “NON BASTANO LE ANALISI, ORA SERVONO ATTI CONCRETI E CONDIVISI”.

I numeri diffusi dall’Osservatorio Vega Engineering ci mettono davanti a una realtà che non possiamo più permetterci di sottovalutare: in Veneto, nei primi quattro mesi del 2025, sono stati registrati 27 decessi sul lavoro, contro i 16 dello stesso periodo del 2024. Un aumento netto, – dichiara Fabio Bui dei Popolari Per il Veneto – che ci pone in una posizione critica sul piano nazionale e ci costringe a riflettere sull’efficacia delle politiche finora attuate in materia di prevenzione e sicurezza.

Venezia, Vicenza e Padova risultano le province con i tassi di mortalità più elevati, rientrando in quella che lo stesso Osservatorio definisce “zona rossa”, ossia l’area con il maggior rischio di incidenti fatali. Per i Popolari per il Veneto, non si tratta di una banale emergenza statistica: parliamo di vite spezzate, di famiglie lasciate sole, di una cultura della sicurezza – aggiunge Fabio Bui – ancora troppo debole. Ecco perché riteniamo non più rinviabile un’azione politica concertata e trasversale, in grado di rimettere al centro del dibattito pubblico la tutela della persona nei luoghi di lavoro.

Non basta indignarsi di fronte ai numeri, serve una nuova stagione di responsabilità istituzionale. La sicurezza sul lavoro – puntualizza Bui – non è un favore che si fa ai lavoratori, è un dovere costituzionale e morale dello Stato e degli enti locali. Non possiamo aspettare l’ennesima tragedia per accorgerci che c’era qualcosa che potevamo fare. È una battaglia che ci riguarda tutti, anche come comunità. Le vite umane non aspettano i tempi della politica. Serve un segnale subito: – conclude Bui dei Popolari per il Veneto – anche solo aprire formalmente un tavolo istituzionale sarebbe un passo importante.  POPOLARI PER IL VENETO

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