Baricetta, Bartelle (M5S) sul passaggio a livello che non funziona: “Sintomo di malagestione”.
ROVIGO – “Le sbarre che non si alzano? Sintomo di una malagestione che parte da lontano…”.
La consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle Patrizia Bartelle interviene sul caso di Baricetta e del passaggio a livello non nuovo in quanto a malfunzionamento. “Leggo delle barriere ancora una volta sotto accusa – rileva la Bartelle – e della nuova mattinata da incubo vissuta dagli automobilisti costretti a percorrere quel tratto di strada e dai residenti, visto che la ferrovia taglia praticamente in due il paese. Senza dilungarmi oltre sui disservizi e soprattutto sui rischi, visto che non si tratta, e aggiungo purtroppo, della prima volta che accade, devo rilevare come il quadro vada visto ed analizzato sul piano generale, nel suo insieme: la politica portata avanti sino ad ora dall’ormai ex presidente di Sistemi Territoriali, fatta di risparmi sugli stipendi del personale, sul procrastinare sistematicamente il cambio del materiale rotabile, sulla politica delle manutenzioni ridotte all’osso, hanno consegnato al nuovo CdA un’azienda in buono stato di salute ma con molti problemi strutturali ancora tutti da affrontare”. “Insomma Baricetta – ma basterebbe allargare il discorso alla vicina tratta Rovigo-Verona, recentemente inserita nella lista nera delle peggiori linee italiane – specchio di una situazione tutt’altro che rosea anche se in apparente buono stato di salute, almeno dal punto di vista finanziario. “Lo dico a ragion veduta – aggiunge l’esponente pentastellata – anche dopo aver parlato con persone informate del malessere che pervadeva i macchinisti che si sono già licenziati, per andare a lavorare per altri gestori, in condizioni migliorative in generale, e negli ultimi sei mesi se ne sarebbero andati ben più dei numeri pubblicati dai giornali.
Questo per dire che il malessere è radicato e generale e come conseguenza, che indigna ma non stupisce, consegna casi come quello di Baricetta che pero non sono nè unici nè isolati. Chiedo alla Regione, e mi riservo di farlo anche ufficialmente nelle sedi istituzionali se quest’appello restasse come già in passato inascoltato, di intervenire al più presto: il grado di civiltà e di progresso – conclude la consigliera – passa giocoforza anche dallo stato dei suoi collegamenti e dalle politiche di mobilità. Pensare a cattedrali nel deserto o mega infrastrutture come la Pedemontana veneta per poi ritrovarsi linee nelle condizioni della Rovigo-Chioggia o peggio della Rovigo-Verona, squalificano un intero territorio e le sue prospettive di crescita”.
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