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VENETO, TERRA “INTRAPPOLATA” E LA “SACCA” DI CORTINA: IL NODO INFRASTRUTTURE FRENA TURISMO E COMMERCIO.

Il Veneto, motore economico d’Italia grazie al turismo e all’export, rischia di restare prigioniero di un paradosso geografico e politico. Una regione strategica, – dichiara Fabio Bui esponente dei Popolari per il Veneto – “imbottigliata” tra le Dolomiti a nord e il fiume Po a sud, con un unico vero sbocco verso la Lombardia e, più lontano, i Balcani.

Una “strozzatura” che non è solo fisica, ma soprattutto infrastrutturale. Lo dimostra l’esempio di Cortina d’Ampezzo: grazie ai fondi del PNRR, la strada che conduce alla regina delle Dolomiti è stata finalmente messa in sicurezza. Un intervento atteso e necessario, ma che rischia di trasformarsi in un’opera senza futuro.

 

Perché Cortina continua ad essere un terminale, un punto di arrivo e non di passaggio. Una condizione che limita la possibilità di trasformarla nuovamente in un vero polo olimpico mondiale. Anche la nuova pista di bob, pur importante per le competizioni, non basta a invertire la rotta.

In sostanza, la “sacca” di Cortina resta isolata: il rattoppo alla strada è servito, ma senza un piano di collegamenti più ampio – conclude Bui – non porterà sviluppo duraturo né al turismo, né al commercio.

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