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PORTO TOLLE-COMUNICATO STAMPA SUL PARCO DEL DELTA DEL PO

Il PD di Porto Tolle, esprimere il proprio parere in merito alla questione “Parco del Delta del Po”.

Riteniamo chlogo-pd-porto-tollee queste nostre considerazioni dovranno essere concertate con i principali portatori d’interessi (Coordinamento del PD dei nove comuni del Delta, gli Amministratori locali, i nostri Parlamentari e i nostri Consiglieri Regionali) per ambire a quel “salto di qualità” annunciato dal Ministro Dario Franceschini grazie ad una legge speciale per il Delta del Po, proposta di provvedimento che, fuori dai parametri tradizionali, potrebbe caratterizzare quest’area meravigliosa e aprire nuove opportunità di sviluppo sostenibile. La nostra riflessione parte il 20 ottobre scorso quando la Commissione Ambiente ha approvato un emendamento, inserito nella riforma della legge quadro 394, per l’istituzione del parco interregionale del Delta del Po. Il riordino delle aree naturali, che ricadono nelle Regioni Emilia Romagna e Veneto, potrebbe essere un passo avanti se non esistesse la preoccupazione che la prossima discussione al Senato e in seguito alla Camera, avvenisse senza il coinvolgimento delle comunità locali, oppure, si propenda per l’istituzione di un Parco Nazionale, ipotesi di cui noi siamo fermamente contrari. Il nostro l’impegno è di far valere, assieme agli altri Comuni del Delta, tramite il parlamentare Diego Crivellari e il Consigliere Graziano Azzalin, quanto segue:Il ruolo del territorio deve essere fondamentale e assolutamente prioritario, sia nella fase d’istituzione sia in quella di gestioneUn chiaro segnale d’arresto all’introduzione di nuovi vincoli.Gestione affidata al Territorio (Sindaci e non Commissari), in conformità ai piani di sviluppo locali e nell’assoluto rispetto delle attività produttive e tradizionali (il Parco Veneto è commissariato da circa due anni).Va rivista la rappresentanza all’interno degli organismi di governo del nuovo Ente, in base al territorio ricadente nel nuovo perimetro del Parco.- Rispetto su quanto contenuto nella dichiarazione di riconoscimento di “Riserva della Biosfera”, che per esplicita dichiarazione dell’UNESCO, non implica alcun nuovo vincolo giuridico, interpretando l’occasione per affrontare e risolvere, con la partecipazione della popolazione, i problemi locali e i relativi possibili conflitti in una dimensione globale rispettando, di fatto, quanto stabilito dall’Unione Europea che invita il coinvolgimento del territorio. Ciò è ancora possibile perché la parte organizzativa è fuori dall’emendamento e per tali garanzie, come richiesto dai Sindaci del Delta del Po, è necessario aprire un tavolo istituzionale per redigere in maniera condivisa le norme e le regole del futuro Parco.

Se ora le due Regioni (Veneto ed Emilia Romagna) ritenessero di garantire la conservazione e la valorizzazione della biodiversità, la tutela degli habitat e delle specie d’interesse comunitario con l’istituzione del parco interregionale del Delta del Po secondo le perimetrazioni e le zonizzazioni attuali dei due parchi Regionali esistenti, dovrebbero innanzi tutto assicurare lo svincolo dalla legge quadro Nazionale sbarcainsaccaulle aree protette, afferrando il principio di cui art. 4 del piano del Parco per cui nessun vincolo in più rispetto ai piani d’area e riaffidando la conduzione agli Amministratori locali. Dobbiamo continuare a ragionare su questo modello: per il quale i beni ambientali possono e devono diventare sempre più volano di sviluppo sociale ed economico, accoppiando tutela con valorizzazione, mantenimento degli habitat e dei paesaggi e rendendoli strumenti di crescita, anche occupazionale, dei territori. Dispiace essersi scontrati fra chi per paura di altri vincoli ha sempre proclamato diffidenza e chi era fiducioso dei vantaggi connessi al Parco e per essere pragmatici credevano nel ritorno economico e occupazionale derivante da questo nostro patrimonio naturalistico unico, la vera opportunità di essere vissuto e conosciuto in tutto il mondo. Serve cambiare pagina e garantire una forma di governance più efficiente e più comprensiva perché fin ora le attese del territorio, concepite nella legge 36/97 (istitutiva del Parco Regionale Veneto), non sono state appagate creando, di fatto, un sentimento di delusione nella popolazione, e forse anche per colpa della Politica, l’Ente non è stato in grado di decollare. Invitiamo, quindi, tutti i nostri parlamentari del PD Nazionale alla massima attenzione affinché il disegno di legge si muova proprio in questa direzione e diventi frutto di un’alta mediazione con tutti i soggetti interessati, dalle Associazioni ambientaliste, faunistiche e venatorie, a quelle di categoria, agli Enti e alle Comunità locali. Chi vive nel parco non deve subire nessuna imposizione e questo nuovo Ente deve nascere con la condivisione* Ecco la nostra grande sfida. Il Segretario del PD di Porto Tolle. Massimino Zaninello

 

 

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