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DELTA-I pescatori contestano le affermazioni del presidente della provincia.

Porto Tolle-Scardovari (RO)-“Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine”, dopo aver letto quanto apparso sugli organi di stampa a partire dalla giornata di giovedì 23 maggio 2019 e nei giorni successivi, il Presidente del C.d.A., sig. Luigino Marchesini, intende ribadire la posizione del Consorzio, il quale reputa gravi le affermazioni del Presidente della Provincia riportate sui quotidiani.

Con la nota diramata nei giorni scorsi, infatti, il Presidente della Provincia Ivan Dall’Ara ha espresso la considerazione secondo cui “il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine non ha più l’oggettiva rappresentatività di tutti gli operatori della zona”, aggiungendo – in un articolo apparso anche sui quotidiani online il 26 maggio 2019 – che “se ci fosse stata una possibilità di continuare con la concessione diretta l’avremmo fatto. Ma le osservazioni del privato hanno, in un certo senso, rotto la coesione sociale”. Tali affermazioni non possono essere tollerate dal Consorzio per due fondamentali motivi. Il primo è che il soggetto privato cui si riferisce il Presidente della Provincia è una società (l’Agenzia Delta Po Immobiliare s.r.l.) che nelle aree oggetto di concessione non vanta alcun diritto di proprietà e che sinora è risultata soccombente in entrambi i gradi di giudizio promosso nei confronti del Consorzio per rivendicare per l’appunto una proprietà che non gli è stata riconosciuta. Inoltre il Consorzio rileva come tale società nel proprio oggetto sociale non abbia alcun minimo riferimento al mondo della pesca. Per i soci delle cooperative aderenti al Consorzio è dunque assai grave pensare che le affermazioni di un qualunque soggetto senza titolo alcuno possa “bloccare” la concessione per lo sfruttamento dei diritti di pesca e di conseguenza l’intera economia bassopolesana. Il secondo motivo è rappresentato dal fatto che nessuna rottura della coesione sociale vi è stata nelle zone del Delta su cui il Consorzio esercita la sua attività. Bisogna conoscere bene il territorio e le persone che lo vivono per poter esprimere giudizi di questo genere. L’iniziativa del privato Agenzia Delta Po non ha rotto alcun equilibrio sul territorio, ma ha anzi provocato uno stato di agitazione che vede i circa 1.500 soci delle cooperative aderenti al Consorzio e le loro famiglie più uniti che mai per tutelare la loro attività e la loro fonte di sostentamento. Lo stupore dei pescatori è più che giustificato. Nel corso degli anni, con immensi sacrifici, sono riusciti a portare il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine ai “numeri” che oggi lo caratterizzano: 14 cooperative, 1.474 soci con regolare permesso di pesca, un fatturato annuo di 60 milioni di euro.

Nel Polesine sono poche le realtà nate dal territorio (e non “importate”) a poter vantare tali risultati. Senza contare gli investimenti compiuti dal Consorzio per migliorare la filiera e arrivare ad ottenere i riconoscimenti che, non solo in Italia ma anche all’estero, gli operatori del settore e i consumatori continuano ad attribuire ad una delle realtà più sane del territorio. Consentire a gruppi economici (ovviamente attratti dai “numeri” che il Consorzio finora è riuscito a realizzare), che magari alcun legame hanno con il territorio del Delta, di poter partecipare al bando pubblico annullando tutto ciò che sino ad oggi il Consorzio è riuscito a creare, significherebbe mettere in ginocchio l’economia dei comuni bassopolesani. Il Consorzio confida pertanto che il Consiglio Provinciale convocato per mercoledì consideri quanto appena esposto, evitando così che si ingeneri un clima di forte ostilità nel mondo della pesca polesana, di cui evidentemente qualcuno dovrà essere chiamato a rispondere. Presidente del C.d.A., sig. Luigino Marchesini

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