Badia PolesineCasa di riposo

La Casa del Sorriso-Questa mattina davanti alla Prefettura di Rovigo c’è stato un sit in delle lavoratrici della Casa di riposo di Badia Polesine.

ROVIGO-Una delegazione, insieme alle rappresentanze sindacali, è stata a colloquio dal Prefetto per esporre la delicata e sempre più critica situazione della struttura.
La Casa di riposo, struttura pubblica, è gravata da un deficit molto pesante. La presidenza, ricoperta da Tommaso Zerbinati,  invece di trovare risposte attraverso un adeguato piano industriale, scarica il peso sulle lavoratrici e applica rette sempre più esose (98 euro al giorno).

I risultati sono ferie saltate, indennità non riconosciute, turni in continuo aggiornamento, persino la maternità viene fatta pesare. Un approccio tipico di chi non  riconosce il valore del lavoro e non lo rispetta, negandosi persino alle richieste di confronto. Non va meglio sul fronte degli ospiti, dove l’insensata scelta di portare le rette a 98 euro al giorno, 3.000 euro al mese: ha fatto perdere 40 ospiti alla struttura.
Ed ora, fra le varie scelte  concepite da chi gestisce  la struttura, sempre il Zerbinati di prima, spicca anche la decisione di esternalizzare tre reparti. Significa portare fuori il lavoro, peraltro senza avere chiarito se e quali sarebbero i benefici per la struttura: per chi lavora sappiamo già che non ce ne sono.

Intanto, mentre questo succede in una delle case di riposo più importanti del Polesine, la Regione tace. Quella Regione che, attraverso il suo massimo rappresentante Zaia, non ha solitamente problemi di favella e di luoghi dove farsi sentire. Ma qui  si tratta di salvaguardare, insieme, un servizio pubblico e la dignità del lavoro. Ci auguriamo che l’attenzione del Prefetto possa aiutare a fare maturare saggi consigli in chi finora è stato sordo. Resta però la realtà di una struttura che deve essere aiutata, che non può continuare a pesare le proprie inefficienze su ospiti e lavoratrici. Resta la realtà di 3.000 euro al mese come retta.  Inavvicinabili e non è certo questo che ci aspetta da una struttura pubblica. Chi se li può permettere?  La regione forse pensa che tagliando l’addizionale Irpef, cosa di cui si vanta sempre Zaia, le famiglie Venete abbiano abbastanza per pagare 3.000 euro al mese? O forse era meglio fare pagare l’addizionale, dato che chi maggiormente ci guadagna da questo taglio sono i più ricchi, e mettere questi soldi nel servizio pubblico?  Veda Zaia, ma se ama tagliare le tasse a chi ha di più è bene ricordare che questa scelta non è indolore per la maggioranza dei veneti. Oggi eravamo al sit in e una cosa è certa : Veneto 2021, 20 anni di Lega, lavoratrici costrette a farsi accogliere dal Prefetto per cose di cui non si dovrebbe nemmeno più sentire parlare.

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