Guardia di FinanzaRovigo

PROFITTI ILLECITI DERIVANTI DAI BONUS FACCIATE. SEQUESTRATI AD UNA SOCIETA’ RODIGINA CIRCA 1.200.000 EURO.

ROVIGO-I GDF (Guardia di Finanza) di Rovigo ha effettuato un importante sequestro preventivo nei confronti di una Srl rodigina per un valore di circa 1.200.000 euro. L’importo sequestrato è ritenuto essere il provento di riciclaggio di profitti illeciti derivanti dalla creazione e successiva cessione di bonus edilizi, in particolare dei bonus facciate.

Le indagini finanziarie sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Rovigo e fanno seguito a precedenti attività investigative che hanno portato all’esecuzione di misure cautelari personali di tre indagati e al sequestro di oltre due milioni di euro. Questi indagati avevano agito attraverso il ricorso a tre diverse società, utilizzando deleghe apocrife a firma di ignari proprietari di immobili per ottenere fittizi crediti d’imposta.

Le indagini hanno coinvolto oltre trenta unità immobiliari situate in dieci province e hanno rivelato l’esecuzione di lavori mai effettuati e la creazione di opere mai realizzate. Questo ha consentito di generare crediti d’imposta fittizi, che venivano poi ceduti a società compiacenti per ottenere il denaro tramite bonifici bancari. Il denaro risultante dall’operazione veniva fatto confluire sui conti correnti di una delle società coinvolte e successivamente trasformato in contanti e intascato dall’amministratore di fatto della società senza lasciare traccia in alcuna transazione. Le indagini hanno portato a ravvisare ipotesi di autoriciclaggio per gli amministratori sia di diritto sia di fatto della società che ha monetizzato i falsi crediti. Inoltre, è stata rilevata l’ipotesi di riciclaggio per una terza società che ha permesso la trasformazione e la restituzione in contanti del denaro.

L’operazione è stata realizzata mediante l’utilizzo di una società terza operante ed attiva, che ha giustificato il denaro ricevuto dalla società coinvolta attraverso vendite in realtà mai avvenute, documentate con fatture create appositamente. Il denaro è stato fatto uscire in contanti, decurtato da “provvigioni”, e diretto all’amministratore di fatto. Gli amministratori di diritto e di fatto della società monetizzatrice dei falsi crediti sono stati accusati di autoriciclaggio, mentre la terza società è stata denunciata ai sensi della normativa che prevede la responsabilità amministrativa della persona giuridica (D. Lgs. 231/01) per i reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

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