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ROBA DA “RAGAZZATE”, LA SESSUALITÀ FLUIDA DEGLI ADOLESCENTI.

ROVIGO – La prima giornata del Festival Tensioni ha salutato una grande affluenza di pubblico fin dal mattino di sabato 2 ottobre. Ad attirare la curiosità generale è stata la presenza di Giuseppe Burgio dell’Università Kore di Enna, uno dei massimi esperti italiani in fatto di comportamento sessuale degli adolescenti. In platea anche i licei Celio e Paleocapa di Rovigo, che in questa edizione del Festival hanno il compito di presentare gli ospiti al pubblico e di curare la webzine e la web radio di Tensioni.

L’apertura del Festival è stata ufficializzata dal vicesindaco di Rovigo, Roberto Tovo che ha ringraziato La fabbrica dello zucchero per questo progetto in cui tutti i sostenitori credono molto. Parafrasando il tema del Festival “Tensioni-geografia delle relazioni: identità e genere”, Tovo ha ricordato che “la città di Rovigo sta cercando di dare uno sguardo al presente per avere prospettive del futuro, in un’ottica di geografia delle relazioni. Questa è una bella occasione – ha detto Tovo – per trovarci attorno a momenti artistici e moment di ragionamento su ciò che accade intorno a noi”. Il coordinatore del Festival Caudio Ronda ha ricordato l’importanza dello spazio Censer, ogni anno reinventato sempre di più sotto un profilo culturale, augurandosi che diventi “un altro cuore della città”.  “L’intento del Festival – ha affermato Ronda – col tema delle relazioni umane, quest’anno declinate sui concetti di identità e genere, non è quello di sancire delle verità, ma solo di provocare delle nuove domande nel pubblico e aiutare a sviluppare uno spirito critico”.

“Ragazzate, desideri, identità e fluidità nell’adolescenza” è il primo argomento che ha toccato il Festival e che ha provocato non poco gli adulti in sala. Giuseppe Burgio ha tracciato un quadro di differenze, dati alla mano, tra i comportamenti sessuali degli adolescenti del passato e quelli di oggi. Fra le cause della trasformazione, il movimento femminista ed Lgbt+, che hanno prodotto una complessiva decrescenza dell’omofobia nelle società occidentali. “I media hanno allargato la cornice della pensabilità”, ha spiegato. I teen drama, infatti, mostrano senza scrupoli, figure di ragazzi e ragazze dalla sessualità non definibile nelle categorie tradizionali. “Oggi l’educazione sessuale avviene attraverso la pornografia gratuita e di massa di internet, che permette di sperimentare i propri desideri. Quindi anche la tecnologia sta cambiando la realtà”. In tutti questi mutamenti, si sono indeboliti i vincoli sociali educativi che imbrigliavano le generazioni passate, a favore della sperimentazione del proprio “set erotico”. “Si è perfetti così come si è – ha concluso Burgio – e non si deve più diventare qualcosa di conforme ad una norma astratta. La sessualità si rivela per essere una realtà complessa, di comportamenti, di fantasie e di desideri, molto più di come le generazioni passate l’hanno rappresentata”.

“Le mappe non coincidono più col territorio – ha chiarito Burgio. – Dobbiamo creare nuove categorie ed anche queste non bastano: tra il prevalentemente etero ed il prevalentemente omosessuale, c’è una diversità eteroflessibile o bi-curiosa. È lo stesso concetto di eterosessualità che deve essere ripensato: non è un  monolite. C’è un eterosessualità ortodossa, eteronormativa, ma accanto ci sono eterosessualità eretiche, differenti”. Il Festival ha mostrato anche un lato inconsueto: una sorta di intermezzo artistico, interventi di musicisti e lettori dell’associazione “Rovigo città che legge” che intrattengono il pubblico tra un evento e l’altro. Tra le prime esibizioni l’arpa celtica di Paola Magosso e la lettura di Cristina Regazzo. La prima mattinata del Festival ha poi avuto la presentazione della mostra “Postcards from other worlds” del designer eclettico Dario Carta e la prima proiezione del cortometraggio “In her shoes” di Maria Iovine, dedicato ad un mondo distopico, in cui le donne rappresentano il sesso del potere, mentre gli uomini quello della cura e della dolcezza.

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