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ANCHE IL POLESINE AGLI STATI GENERALI DEL CONI. TASCHIN: “LA FASE DI ASCOLTO ANDAVA APERTA PRIMA DI APPROVARE LA RIFORMA”.

Anche il mondo sportivo polesano ha fatto sentire la sua voce agli Stati Generali del Coni in programma ieri, 16 gennaio, a Roma. Una giornata aggiornamento per cercare di comprendere in che direzione stia andando lo sport italiano e, soprattutto, per far luce sul ruolo del Coni dopo l’approvazione della recente Legge di Stabilità.

Emblematico il titolo dato all’evento: “Coni, futuro segnato e/o sognato?”. La sostituzione di Coni Servizi Spa con la nuova società Sport e Salute, controllata direttamente dal Governo, fa sorgere interrogativi nel mondo a cinque cerchi. Sembra a rischio soprattutto la territorialità della gestione sportiva, ma il confronto di ieri ispira ottimismo. Dieci le sessioni di lavoro ospitate al Salone d’Onore, aperte dal saluto del presidente del Coni Giovanni Malagò. Presenti anche i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti e Simone Valente. A rappresentare il Veneto il presidente del Comitato Coni regionale Gianfranco Bardelle. Nella nona sessione, tenutasi nel pomeriggio, ha preso la parola anche Lucio Taschin, delegato Coni della provincia di Rovigo, invitato agli Stati Generali per esprimere un punto di vista locale sulla profonda riforma in atto. In platea anche tutti i delegati delle altre province venete. Con i compiti del Coni ora limitati alla sola gestione della preparazione olimpica, ci si domanda chi presterà attenzione alle esigenze della base sportiva del Paese. “Mi chiedo perché la fase di ascolto non sia stata aperta prima di mettere un titolo alla riforma – osserva Taschin – Solo dopo l’approvazione è stata avviata una riflessione sulle conseguenze. Che, per quanto riguarda il territorio, rischiano sicuramente di essere pesanti. In ambito sportivo gli interventi più urgenti a mio avviso sono un miglioramento dell’impiantistica sportiva anche in ambito scolastico, il supporto alle Asd attualmente soffocate dalla burocrazia e una promozione programmata dello sport a scuola con con un orario più ampio e competenze all’altezza”.

Accentrando la gestione dello sport in una realtà controllata dal Ministero dell’Economia e della Finanza, chi si occuperà di sollecitare con continuità la crescita dello sport in tutte le sue forme attraverso un contatto diretto con le realtà e in esso operano quotidianamente? Il nuovo sistema dello sport italiano voluto dal Governo rispecchia realmente le necessità delle decine di milioni di sportivi italiani e soprattutto dei nostri giovani? Domande che sono tutt’ora oggetto di una trattativa da cui dipenderà il futuro dello sport italiano. Fortunatamente gli Stati Generali sembrano aver avviato un dialogo costruttivo con il Governo e anche il presidente Giovanni Malagò si è detto
“ottimista” sull’evoluzione della fase attuativa della riforma.

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