Succede nei dintorni

TEMPI E RITMI-Bilancio positivo a stagione conlusa.

ADRIA-La stagione 2019 del Teatro comunale, affidata per la prima volta alla programmazione ed al coordinamento organizzativo dell’Associazione Tempi e Ritmi di Padova, aggiudicataria (a fine gennaio scorso) del relativo bando, si è conclusa la scorsa settimana con l’ultimo spettacolo, “Il piacere dell’onestà” di Luigi Pirandello. 

Terminati gli undici appuntamenti in programma, si può pertanto esporre un riepilogo finale, sul piano dei numeri, dei contenuti e degli aspetti organizzativi della stagione, dal punto di vista di chi ha organizzato e realizzato, per conto del Comune di Adria, con soddisfazione, l’intera manifestazione. Innanzitutto va detto che si sono registrate 4255 presenze in sala, con una media di quasi 400 presenze a spettacolo (387, per l’esattezza, ogni sera). Questo il podio dei primi tre titoli per presenze: Marco e Pippo (sold-out dei posti disponibili messi in vendita) 755, Balletto ucraino 490, Creedence Clearwater Revived 430. La media risulta la medesima anche considerando i soli nove spettacoli in abbonamento. Pertanto ogni sera, in media, 180 spettatori si sono aggiunti agli abbonati (206). Il dato è più che positivo, anche considerati i tempi ristretti in cui è stata organizzata e realizzata la rassegna, raffrontato con il dato dell’anno scorso, quando ad ogni spettacolo hanno presenziato in media 170 persone oltre agli abbonati. Quest’anno sono stati sottoscritti (in una sola settimana di campagna) 206 abbonamenti, pur senza che gli organizzatori abbiano potuto contare sui dati (nomi e recapiti) degli abbonati della stagione precedente, poiché l’agenzia regionale affidataria nelle edizioni passate dell’organizzazione ha ritenuto -invocando la nuova legislazione sui dati personali- di non poterli trasmettere al Comune (in realtà  effettivo titolare della rassegna): la questione giuridica nel frattempo non ha ancora visto un confronto ufficiale sul punto (resterà al prossimo aggiudicatario la patata bollente?). E’ stata così interrotta, a danno -evidentemente- dell’attuale organizzatore, ma anche e soprattutto degli appassionati, una prassi consolidata, su cui si è sempre fatto affidamento, che vedeva gli abbonati dell’anno precedente essere contattati per tempo, con una lettera recapitata a casa, a firma del Sindaco, il quale invitava alla nuova stagione, presentandone gli appuntamenti. Se l’anno scorso (come abbiamo ricavato dalle dichiarazioni rilasciate a metà marzo, peraltro dopo soli tre spettacoli, da un’illustre esponente della minoranza, in cui, inoltre, con giudizio tranchant, veniva classificata come di bassa qualità la rassegna in corso) gli abbonati furono 330, e la media dei presenti riferita fu di 500, ecco che la media dei presenti che si aggiungevano agli abbonati era di 170 persone, come sopra riferito.  Nel raffrontare i dati degli abbonamenti, ed il gap registrato quest’anno, va invece sempre considerato, oltre al fatto che nel 2018 gli spettacoli furono solo cinque e quest’anno nove, che il costo dell’abbonamento l’anno scorso era di  € 30/€ 80, mentre quest’anno € 60/ € 100, e, soprattutto, che la durata della campagna abbonamenti era stata di durata cospicua e in periodo idoneo. Va tenuta in considerazione, inoltre, la compressione inevitabile degli appuntamenti (uno a settimana) per riuscire ad inserirli in meno di tre mesi di calendario (in cui, tra l’altro, ricomprese le vacanze pasquali ed i ponti primaverili) oltre al fatto che non pochi dei vecchi abbonati, e molti altri interessati, prima di gennaio abbiano deciso di abbonarsi in teatri di altre città o paesi vicini, essendosi diffusi in Adria dubbi (infondati, come poi si è visto) sulla effettiva realizzazione della stagione al Teatro Comunale.

Ma non è solo di numeri che si deve parlare, a commento dell’iniziativa. L’Associazione ritiene di poter ora rivendicare la qualità degli spettacoli proposti, il cui livello, nel complesso, è stato più che buono (come testimoniato anche da buona parte delle risposte date dagli abbonati al sondaggio proposto in teatro, l’ultima sera).  Oltretutto si è trattato di spettacoli al di fuori del “giro consueto”, quello per cui spesso -nella medesima stagione- si sono visti  rappresentare gli stessi titoli in più teatri della medesima provincia o nello stesso raggio d’azione: quest’anno ad Adria sono giunti artisti che non si erano mai visti (in primis Bergonzoni, ma anche Paolo Cevoli, se non gli stessi Marco e Pippo) o sono stati riproposti generi che mancavano da tempo, come il rock internazionale (Creedence Clearwater Revived) o, ancora, è tornato un balletto di carattere internazionale, con gli ètoiles ucraini del Gran Galà della danza. Oggi, a stagione conclusa, si può anche esporre una replica compiuta all’argomentazione (contenuta nelle già citate dichiarazioni) indicata come motivo del preteso mancato successo della stagione, e cioè il fatto di aver proposto un programma con “comici televisivi” con  “testi senza spessore” e “battute con soli doppi sensi”. In realtà è stato di spessore il contenuto degli spettacoli di “teatro comico” realizzati (da distinguere dal “cabaret”, categoria che peraltro si coglie essere stata usata in modo svilente, in tale contesto critico) in cui gli spettatori sono stati portati a riflettere e ad approfondire temi seri, pur in un contesto di divertimento. Si farebbe un torto, se non alla direzione artistica, quantomeno al pubblico intervenuto con alto gradimento, se non si ricordasse (oltre al fatto che si è trattato di aver inserito il Teatro comunale di Adria in tournée che arrivano in teatri nazionali di prestigio) il contenuto di rilievo assolutamente culturale degli spettacoli di Paolo Cevoli (che nella serata inaugurale ha tenuto una vera e propria lezione sull’Antico Testamento della Bibbia), di Paolo Migone (che ha rivelato particolarità gustose e curiose delle vite di celebri compositori quali Mozart, Vivaldi, Beethoven…), di Alessandro Bergonzoni (che definire solo un “comico” sarebbe uno sgarbo non solo all’artista, ma anche allo spessore degli argomenti che egli tratta, dentro al perimetro della sua “folle” iperbole linguistica, nell’attenzione agli ultimi ed a chi ha subito torti ed ingiustizie).  E poi ricordiamo come il sold-out della stagione  sia stato registrato (già due mesi prima dello spettacolo) da “Marco e Pippo”, protagonisti del nuovo teatro comico e frizzante del nostro territorio, oltre che, ormai, fenomeno mediatico. Evidentemente sono state appagate le aspettative del pubblico.  Alla fin fine, di serate di “cabaret” nel senso tradizionale del termine (leggasi spettacoli /monologhi con battute di stand-up comedians) ne sono state programmate solo due (Gigi e Andrea e Rido Veneto) ed entrambe inserite proprio nel primo mese di programmazione, alla luce delle date disponibili di tutti gli artisti coinvolti nella rassegna e delle date in cui vi era effettiva disponibilità del teatro. Quanto al pubblico delle famiglie e dei più giovani, anche se quest’anno per la ristrettezza dei tempi della programmazione non è stato destinatario di orari specifici, è stato comunque presente in buon numero al comunale: basti pensare alle eterogenea conformazione  della platea nel grande ritorno del rock, con i Creedence Clearwater Revived, che sarà da tenere a futura memoria;  ai giovanissimi presenti con la propria famiglia a vedere Marco e Pippo, o anche Carlo e Giorgio; e soprattutto ai tanti giovani allievi delle scuole di danza, presenti  al “Gran Galà”. La conclusione della rassegna consente altresì all’Associazione di evidenziare come il proprio progetto sia stato oggetto di costante  attenzione e collaborazione da parte degli operatori dei media locali (quotidiani, siti, blog e radio) che qui intende ringraziare sinceramente.

Con un però. Purtroppo, prima e nel corso della stagione, una specifica testata online si è segnalata ai nostri occhi per il tenore dei commenti o comunque l’uso di determinati termini nei propri articoli da cui, a nostro avviso, traspariva una aprioristica presa di posizione in senso avverso alla rassegna. Si pensi al sommario dell’articolo con cui è stata data la notizia dell’esito della gara di aggiudicazione: “vince la proposta commerciale e non prettamente culturale” con cui, in realtà, gridando anche allo “scandalo” per una mancata valutazione qualitativa, è stata fatta propria l’opinione dell’agenzia sconfitta nella gara stessa;   o quando, con il titolo “ultime ore per acquistare gli abbonamenti della stagione di cabaret”, ha evidentemente inteso confermare la propria posizione avversa alla stagione teatrale entrante, dandole quella definizione in realtà non pertinente e palesemente svilenteo, ancora, quando dopo il quarto spettacolo, in un articolo intitolato “flop (annunciato)” (…) “desolazione e tristezza in platea” ha portato a raffronto il dato in crescita dei primi 45 giorni dell’anno delle altre città del Veneto, con le dichiarazioni del “presidente di Arteven, l’agenzia regionale che circuita spettacoli” (ovvero il soggetto non aggiudicatario del bando in questione, ovvero chi non aveva fornito i dati degli abbonati della stagione precedente, ovvero chi che per mezzo delle parole del proprio vicedirettore, dopo l’esito della gara, aveva dichiarato su tale sito: “Ha vinto la proposta commerciale. Quella con i comici della tv o di comici locali. La proposta di qualità, fatta dall’associazione regionale  non è stata misurata (…) Ma fare teatro per i Comuni dovrebbe avere un valore culturale”;  il che, peraltro, stride con il fatto che qualche artista presente nel programma proposto da Tempi e Ritmi  sia stato contattato, in vista della partecipazione alla seconda gara, proprio dall’agenzia regionale);

o, ancora, quando, a fine marzo, il comunicato stampa con la notizia dell’imminente “sold-out” per Marco e Pippo (notizia di grande rilievo, essendo vicino il tutto esaurito ben due mesi prima dello spettacolo, inviato anche per fugare con dati concreti un’errata opinione che, anche grazie ai precedenti articoli, si poteva diffondere sull’andamento della stagione) è stato invece preso come spunto per formulare un invito a dirottare l’incasso di tale spettacolo “per finanziare spettacoli più deboli dal punto di vista del botteghino, ma di valenza culturale elevata (leggasi lirica, teatro ragazzi, spettacoli ad alto contenuto sociale)”.   Non abbiamo ancora compreso come l’Associazione Tempi e Ritmi -evidentemente ritenuta bisognosa di una sorta di “redenzione culturale”- avrebbe dovuto darvi seguito, cioè se aggiungendo altri appuntamenti alla rassegna, notoriamente già da tempo però definita e completata (oltretutto con il rischio di avere pochi spettatori, e quindi di ricevere poi nuove critiche per il basso numero di presenti…) o se dirottando le risorse sulla prossima stagione (ma, in tale momento, non era detto, nè lo è tuttora, che la scrivente ne sarà l’organizzatore).  Fatto sta che, parafrasando le parole di Oscar Wilde, a suo tempo l’Associazione in una nota commentò: “ci limitiamo a dire: se ne parli bene, o se ne parli male, purchè se ne parli”In verità, negli oltre vent’anni di attività in Italia e all’estero, quando sono state mosse critiche alle sue iniziative, Tempi e Ritmi le ha sempre accettate, in particolare quelle costruttive.  Difficile, però, accettare e ritenere giustificate quelle scritte su un organo di informazione come il sito di cui sopra, se il direttore responsabile (come abbiamo appreso cammin facendo) siede nel consiglio di amministrazione proprio dell’agenzia che non si è aggiudicata il bando in questione: difficile pensare si sia trattato di una semplice coincidenza…

Tra i fattori positivi della rassegna, invece, sono da ricordare le novità organizzative portate quest’anno ed apprezzate dagli appassionati: – la collaborazione con la Pro Loco, non più entità esterna al programma del Teatro Comunale, ma co-protagonista, con la prevendita quotidiana dei biglietti, da fine febbraio, per tutti gli spettacoli, che ha consentito al pubblico di diluire gli acquisti nel tempo ed avere un punto di acquisto stabile in città che prima, incredibilmente, non c’era; – il botteghino in teatro allestito con due terminali e due schermi per la scelta del posto a sedere; – la possibilità di acquistare abbonamenti e biglietti con bancomat/carta/POS; – il numero telefonico per informazioni, disponibile praticamente sempre, e non solo in occasione di apertura biglietteria; – la campagna pubblicitaria della stagione, diversificata anche graficamente da quella tradizionale e classica,  in adesione ad uno dei compiti affidati al soggetto aggiudicatario e la massiccia e capillare pubblicità dei singoli appuntamenti, con investimento sul territorio per la distribuzione non solo nel territorio del Delta e della provincia di Rovigo, ma anche a Chioggia, Piove di Sacco, Cavarzere, Emilia Romagna e nella stessa città di Ferrara; – la presenza costante di informazioni su social, siti e quotidiani, che ringraziamo per la collaborazione. Per concludere, va evidenziato come il Teatro comunale di Adria sia un teatro immenso, gigante, ed una macchina complessa, che dà onore, ma anche responsabilità, a chi è chiamato ad esserne parte attiva. E come si respiri, in città, il fatto che tutti tengono al proprio Teatro comunale come ad un bene prezioso, guardando al  suo passato glorioso (“qui veniva X… qui sono venuto per vedere Y…”) e sperando in un presente / futuro radioso. Ma (lo abbiamo provato sulla nostra pelle) è anche uno degli argomenti principali (o l’argomento principale) del dibattito, non solo politico, cittadino: il contenuto della stagione, a maggior ragione se proposta da chi “spariglia le carte” di consuetudini reiterate, è facile bersaglio di attacchi, anche gratuiti, indipendentemente da cosa effettivamente venga proposto e realizzato. Lo ha anche confermato qualche episodio antipatico, come ad esempio il dover prendere atto di qualche ”fuga di notizie” avvenuta in tempo reale per permettere a qualche esponente di rilievo -nei post sui social e nelle dichiarazioni alla stampa- di delegittimare ulteriormente la rassegna in corso (leggasi la pubblicazione di dati precisi relativi ai biglietti staccati, in occasione di uno dei primi spettacoli, frutto evidente della comunicazione da parte di taluno coinvolto operativamente nello svolgimento della serata). Ma l’Associazione ha fatto buon viso anche a questo tipo di insidie.

Tempi e Ritmi, in ogni caso, ha ricevuto parole di sostegno e apprezzamento da molti spettatori e abbonati, anche considerando le “avversità” con cui è partita la macchina organizzativa. Così ha fatto anche l’Amministrazione comunale di Adria, per mezzo del Sindaco Omar Barbierato, giovedì scorso, quando, prima dell’ultimo spettacolo in programma, ha portato il saluto dell’amministrazione stessa agli spettatori. Sulla scorta di questa esperienza l’Associazione ritiene auspicabile che il Comune stabilisca quanto prima i principi, le direttive e i contenuti per un bando che riguardi l’organizzazione della stagione 2019/2020 e, chiunque ne sarà l’aggiudicatario, ne preveda lo svolgimento con cadenze regolari, da fine ottobre a fine aprile, ove possibile, specialmente nei fine-settimana, dove sono sicuramente maggiori le potenzialità di pubblico. Tempi e Ritmi, per voce del proprio presidente, Massimo Salasnich, ringrazia quindi i propri associati e collaboratori per l’impegno profuso, l’amministrazione comunale e gli uffici del comune per la collaborazione prestata, gli spettatori (abbonati in primis) per la partecipazione, gli altri soggetti coinvolti professionalmente nell’apertura del teatro per la condivisione responsabile dei ruoli, gli artisti per la disponibilità e le loro performances, i media per la collaborazione e l’attenzione a quanto è stato comunicato e realizzato.  “Last but not least”, giunga il grazie  agli adriesi e alla città di Adria tutta: “ci siamo sentiti Adriesi un po’ anche noi… Dapprima scrutati, e poi, alla fine, anche protetti, da quel “gigante buono” che abbiamo imparato essere il Teatro comunale del popolo, a cui abbiamo affidato, per molte settimane, le nostre energie e competenze”.

Commenta tramite Facebook
Condividi con i tuoi amici