Politica

Azione Legale Contro ENI per il Cambiamento Climatico-Greenpeace, ReCommon e Cittadini in Prima Linea.

Greenpeace, ReCommon e 12 cittadine e cittadini italiani hanno fatto causa ad ENI, coinvolgendo anche il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa depositi e prestiti che  ne sono i principali azionisti, perchè cambi le sue politiche.  
Questa è la prima prima azione legale nei confronti del colosso italiano del gas e del petrolio fossili  Si chiede che siano riconosciute le sue responsabilità in tribunale e che ENI sia costretta a modificare i suoi piani di investimento e decarbonizzazione in ottemperanza con gli accordi di Parigi sottoscritti dallo Stato italiano  nel 2015.
Sabato 16 settembre se ne è parlato a Rona nel novero delle iniziative di Testaccio Estate, alla presenza di un pubblico numeroso e attento, con Marco Grasso, docente di Geografia economico politica all’Università Milano-Bicocca, l’avvocato Alessandro Gariglio del team legale, in cui sono presenti pure i rodigini Matteo Ceruti e Marco Casellato, che segue la causa, e il giornalista investigativo Stefano Vergine.

Si sono potute ascoltare le testimonianze e le ragioni di 3 cittadine coinvolte in questa che è stata chiamata #LaGiustaCausa: la campana Francesca Zazzera, la siciliana Noa Helfer e la polesana Lucia Pozzato, accompagnata da due degli altri 3 attori polesani nella causa,  Giorgio Crepaldi e Vanni Destro (la quarta è Patrizia Bartelle), che ha potuto raccontare l’incidenza del cambiamento climatico nel nostro territorio  e i numerosi nodi ambientali, dall’ipotesi di trivellazioni all’insediamento di impianti inquinanti, con conseguenze sanitarie, che lo riguardano.

Le cause climatiche sono circa 2000 nel mondo, la più importante vede impegnato la Stato della California contro la Exxon Mobil e altre compagnie petrolifere per l’inquinamento e ik cambiamento climatico provocati con la loro attività e di cui erano consapevoli da decenni, vi sono rapporti delle stesse multinazionali risalenti a diversi decenni or sono delle stesse multinazionali che lo affermano,  e che non hanno mai comunicato ai cittadini. In Europa ce be sono in Francia ed in Olanda dove  la Shell, in una causa analoga a quella italiana, si è vista condannata al teglio del 45% di CO2 entro il 2030 delle emissioni relative al 2019. Che 4 dei 12 cittadini attori ne LaGiustaCausa siano polesani, vivano dunque nella quattordicesima area più inquinata in Europa  non è certo secondario. Vanni Destro-Rete dei comitati polesani a difesa dell’ambiente.

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