Politica

Case popolari-Una legge leghistissima.

ROVIGO-Giacomo Prandini (PD) argomenta un tema che sta rivelando, in questi giorni, gli effetti perversi della legge regionale 39 del 3/11/1917che,secondo le intenzioni di Zaia, avrebbe dovuto “soddisfare il fabbisogno abitativo” in Veneto , “ ridurre il disagio dei nuclei familiari in condizioni di svantaggio” e risolvere i problemi della gestione degli alloggi pubblici.

Molto decantata la modifica delle precedenti norme per ottenere che finalmente i residenti in Veneto da lunga data potessero avere priorità nell’accesso agli alloggi pubblici. Molto enfatizzate le complicate nuove norme per il calcolo del “giusto canone” che avrebbe dovuto “fare giustizia”, eliminando le morosità e gli abusi e consentire la ” sostenibilità”. Ad un anno dall’entrata in vigore del regolamento attuativo, assistiamo all’aumento repentino e -per moltissimi assegnatari- drammatico dei canoni. Al netto delle situazioni di palese abuso che pure esistono e del principio che chi può paghi, la grande maggioranza degli assegnatari è costituita da famiglie in difficoltà, da persone anziane con redditi derivanti da basse pensioni che già devono fronteggiare sempre maggiori spese, specie quelle sanitarie, per le quali un aumento del canone del 100/200/300% o più rappresenta uno shock violentissimo. E’ così che si fa giustizia? che si annullano le morosità?. La pretesa poi, di “rendere sostenibile” la gestione delle case popolari che, per definizione, rappresentano un intervento -il primo, più ancora della sanità gratuita- di natura sociale, è indice di confusione culturale e politica.

Se si volesse davvero rendere più economica la gestione, perchè mantenere le ATER con tanto di presidenti, consiglieri e comitati vari con scarsi compiti e poteri ma nominati dalla Giunta Regionale leghista? nelle ASL si sono compiute scelte diverse!. Perché mantenere la complicata, superburocratica e costosa triangolazione Giunta-ATER-Comune? Da più punti di vista, la LR 39 più che per risolvere problemi, sembra una legge contro i deboli. Se pretenderne una radicale revisione può apparire velleitario, almeno sperare in una revisione dei parametri di calcolo e in una gradualità nei tempi di applicazione è legittimo. vicesegretario del comitato comunale-Giacomo Prandini

 

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