Porto ViroSuccede in città

DA LI ENTRA LA LUCE.

PORTO VIRO-(RO)-“C’è una crepa in ogni cosa. E’ da li che entra la luce” è in questa citazione del famoso cantautore Leonard Cohen ricordata dal giornalista e scrittore Giorgio Paolucci che si può riassumere la bella serata di venerdì 11 novembre promossa dal Centro Culturale Umana Avventura, patrocinata dal Comune di Porto Viro e sostenuta dall’Associazione Madre di Calcutta odv e dalla Parrocchia di San Bartolomeo, che ha dato ospitalità.

Nell’incontro si presentava il libro di Paolucci “Cento ripartenze – quando la vita ricomincia” con la presenza di Youlsa Tangara protagonista di una dello cento storie raccontate da prima nel quotidiano “Avvenire” e poi racchiuse in questo “splendido libro che racconta episodi semplici, eppure così commoventi che vorresti sempre leggere il successivo per scoprire un altro pezzo dell’altro mondo in questo mondo” come felicemente detto nell’introduzione fatta da Nicola Marinelli, presidente dell’associazione Madre Teresa di Calcutta.

L’autore del libro di fronte ad una numerosa ed attenta platea, usando foto e filmati, ha raccontato alcune di queste esperienze. In pochi minuti si passava da Don  Claudio Burgio fondatore di Kayros un’associazione che segue ragazzi in difficoltà alla nipote dello stesso Paolucci che soffre di una malattia rara grave che non definisce però il suo essere persona. Segue l’incredibile storia di alcuni detenuti in carcere per reati gravi che preparano le Ostie per le parrocchie ed il loro drammatico percorso di pentimento e redenzione e la suonata del pianista Marcello Cesena che risveglia i ricordi ormai nebulosi di un’anziana ospite. Oltre a queste tante altre che esplicitano il che è proprio vero che attraverso degli incontri o dei momenti di persone la vita ricomincia, non per bravura ma per il riverbero (la luce che filtra) di una Presenza più grande.

Dopo questa bella carrellata di significative esperienza Youlsa Tangara ha ampliato attraverso il suo raccolto quanto riportato nella paginetta 75 del libro. Racconto che parte dal suo percorso di istruzione per ottenere, in un villaggio di 5000 persone dedite all’agricoltura, un’educazione scolastica tanto da percorrere a sei anni ogni giorno otto chilometri a piedi per frequentare le elementari. Percorso scolastico che è culminato nel diploma di ragioniere…. unico diplomato del suo villaggio. Nel 2012 le cose precipitano in Malì: una grave crisi alimentare, la guerriglia interna alimentata dai tuareg e da gruppi jihadisti, il colpo di stato dei militari. proteste di piazza e disordini nei quali anche Youlsa viene coinvolto. Fugge in Costa d’Avorio, poi la lunga marcia verso la Libia e il viaggio nel Mediterraneo, destinazione Italia. Dopo avere visto la morte in faccia ed essere stato salvato da una motovedetta della Guardia Costiera italiana arriva in Italia e viene trasferito in un centro di accoglienza a Bologna. Il diploma e la conoscenza di inglese e francese diventano i trampolini per trovare lavoro, ma Youlsa non dimentica quello che si è lasciato alle spalle, il suo passato continua a bussare al presente.

Attraverso l’incontro con un sacerdote, don Vincenzo insegnante in un liceo, e con altri giovani della diaspora maliana in Italia fonda l’associazione Yérédemeton (“mutuo aiuto”) e dà vita al progetto “Un villaggio una scuola” per offrire ai bambini del suo villaggio l’istruzione e un futuro migliore. Parte una raccolta di fondi che con il sostegno della Caritas e di altre associazioni permette di raccogliere la cifra necessaria per avviare i lavori che vengono realizzati dai giovani e dagli adulti del suo pase natale che si adoperano per raccogliere pietre, scavare, alzare e dipingere muri e la scuola prende forma. Inoltre grazie a una collaborazione con la fondazione Meet Human di Bergamo sta acquisendo le competenze necessarie per avviare una scuola di formazione professionale. Gente come Youlsa è un patrimonio che arricchisce il suo paese ed anche il nostro: dove la vita ricomincia rinasce anche la vita di chi sta attorno e si creano luoghi di pace di cui in questi tempi ne abbiamo drammaticamente bisogno.    Tiengo Marco                                                            

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