DELTA del PO

Delta Moderno tra storia e tradizioni.

ADRIA-(RO)-“Come è nato il Delta moderno “ è stato il tema dell’incontro culturale organizzato, martedì sera all’auditorium Mecenati , dalla Amministrazione comunale in collaborazione con il Conservatorio  Buzzolla, la Biblioteca comunale “Luigi Groto”, la Pro Loco e il CERIDO (Centro di Ricerca e documentazione del Delta). In apertura dell’evento, condotto da Antonio Giolo, referente della Biblioteca e dopo  il breve saluto del Direttore del Conservatorio Paolo Zoccarato, il sindaco di Adria Omar Barbierato, ha accennato alla grave minaccia che incombe sul Delta con il ventilato progetto delle trivellazioni, contro il quale sia il consiglio provinciale che molti comuni Polesani, tra cui Adria, hanno espresso  contrarietà alle nuove trivellazioni. Il Sindaco ha anche espresso il suo apprezzamento per il dottorato di ricerca, istituito dall’Università di Padova, e che vedrà la dott.ssa Giulia Becevello estendere ad Adria e alle altre località del Delta Veneto ed Emiliano la ricerca avviata dal CERIDO.

L’incontro sul Delta Moderno è stato di grande interesse sia per le relazioni degli esperti, Sandra Bedetti , Daniele Bergantin e Luigi  Contegiacomo, sia per la calorosa esibizione del coro di Ca’ Mello di Porto Tolle. A far emergere le peculiarità del delta antico  che nel corso degli anni ha subito una espansione sorprendente dopo il famoso Taglio di Porto Viro nel 1600, l’archeologa Sandra Bedetti.  Una storia quella del Delta, iniziata con gli insediamenti del Bronzo recente (XIV sec. a.C.) quando a Adria era attivo un ramo del Po. La rotta di Sermide tra il IX e VIII secolo a.C., generò  un nuovo delta caratterizzato dalla progressiva riduzione del corso del Po di Adria e dall’attivazione del Po di Spina, la diramazione principale fino al periodo medievale, al quale si sono aggiunti i rami di Primaro e di Volano, per cui nel Parco emiliano – romagnolo del Delta si parla di “Delta antico”. Con la rotta di Ficarolo del XII secolo il Po si divise in  tre rami, di cui il principale è il Po di Tramontana, verso Nord. Questo nel XVI secolo rischiava di provocare, alle foci vicine dell’Adige e del Po presso “Boccavecchia”, cioè la vecchia foce del Po a Rosolina, l’insabbiamento della Laguna. E’ per questo che Venezia decise di fare  il Taglio di Porto Viro.

Da quel momento in pochi decenni si è formato un nuovo territorio che venne assegnato da Venezia, attraverso aste e sorteggi, alle più potenti famiglie patrizie veneziane (i Contarini, Venier, Farsetti, Corner, Tiepolo, Giustiniani, Pisani, ecc.) che costruirono le loro Ca’, case padronali. I patrizi veneziani si occuparono anche della bonifica dei terreni e della loro messa a coltura, soprattutto di riso, e garantirono a Venezia il controllo di un territorio che per essa era strategico, e che fece regredire l’espansione del dominio dello Stato pontificio. La cartina allegata evidenzia bene, con il coloro azzurro chiaro, tutto il territorio che si è formato dopo il Taglio di Porto Viro, indicato dalla freccia. Le Ca’, costruite da casati patrizi e attorniate da piccoli oratori privati, fornaci, mulini, osterie, cimiteri, sono state il nucleo da cui sono nati veri e propri paesi come Contarina, Donada, Ca’ Venier, Donzella,  Ca’ Pisani, Ca’ Zuliani, Villaregia. Il direttore dell’archivio di stato di Rovigo Luigi Contegiacomo ha illustrato il sito www.cadelta.it, in cui è spiegata la nascita del Delta moderno, dove in modo analitico vengono presentate, con mappe dell’epoca, cenni storici, stemmi delle famiglie patrizie, curiosità e foto, le 32 Ca’ del Delta ancora esistenti e le 12 “perdute”. Si è accennato anche al ritiro di Venezia dal Delta con la caduta della Serenissima ad opera di Napoleone Bonaparte. Significativa la relazione del geologo Daniele Bergantin che ha suggerito nuovi itinerari storici, che possono essere utilizzati dalle guide turistiche per far apprezzare il nostro Delta Moderno. Particolarmente coinvolgente è stata l’esibizione del Coro dei “ Fioi dla Vecia del Ca’ Melo”, presentato con maestria da Chiara Crepaldi loro estimatrice; le canzoni tipiche, come “Gli scariolanti”, “La bionda di Bonelli”, e altre popolari come “Polenta e baccalà”, hanno creato una atmosfera di festa che non poteva non finire, dato il clima natalizio, che con il canto della “Vecia” e il saluto al “Nuovo anno”. Ai relatori è stato donato il testo “Musiche popolari del Polesine”, con i canti del Delta raccolti da Sergio Liberovici nel 1968, curato da Paola Barzan, che lo ha illustrato ai presenti. Ai coristi, invece, è stato donato il Calendario che l’Avis di Adria ha dedicato proprio alle Ca’ del Delta. Il Sindaco Barbierato nel chiudere l’incontro si è complimentato con le persone che a vario titolo hanno reso possibile la buona riuscita dell’evento.

Commenta tramite Facebook
Condividi con i tuoi amici