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Il Canto XVI del purgatorio recitato divinamente dalla prof. Vendemiati.

ADRIA-(RO)-Successo “Divino”per il primo incontro del  Dantedì, che ricorre il 25 marzo e si inserisce all’interno delle iniziative di “Adria città che legge”.

Non è frequente assistere alla recitazione a memoria di interi canti della Divina Commedia, come è successo lunedì 20 marzo in cui gli intervenuti alla conferenza, che si è tenuta nella sala consiliare, hanno potuto sentire il Canto XVI del Purgatorio illustrato dalla prof.ssa Gabriella Vendemiati Bocchi. La professoressa ha esordito sottolineando che questo canto è centrale nel poema dantesco, il 50°. Ed è un canto che tratta di due temi estremamente importanti, come il “libero arbitrio” e il rapporto tra “Impero e Papato”. Tra gli iracondi Dante incontra Marco Lombardo e con lui intreccia un dialogo, che serve a Dante per esporre sulle due questioni accennate le sue convinzioni.

L’Alighieri sostiene che la vita dell’uomo non dipende dal destino, e se le cose del mondo vanno male non dipende dai voleri del cielo, in quanto l’uomo è dotato di libero arbitrio e può influire sulla realtà, anche se è attratto dal piacere. Per questo motivo serve la legge. Però “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?”, si chiede Dante con un’espressione diventata famosa. La situazione è degenerata perché non si distingue il potere materiale da quello spirituale, a causa soprattutto delle gravi responsabilità del Papato che non rispetta l’autonomia del potere politico. Perché bisogna “due soli aver”, cioè due poteri, religioso e politico, indipendenti, e non un sole, la Chiesa, e una luna, l’Impero. Dante nel libro Monarchia aveva teorizzato in modo molto chiaro questa distinzione dei due poteri, attirandosi la condanna della Chiesa che è arrivata a mettere all’Indice questa sua opera. La prof.ssa Vendemiati, citando anche altri canti della Commedia, ha ampiamente descritto la condanna del Papato, con papi destinati all’Inferno, come Bonifacio VIII, per la loro prevaricazione, e gli Imperatori colpevoli di omissione, per non aver contrastato questa invadenza e non aver esercitato appieno la loro autorità. L’ampia e densa di riferimenti conferenza della prof.ssa Vendemiati può essere rivista sul canale Youtube del Comune di Adria. Il referente della Biblioteca, Antonio Giolo, ha rilevato come questa trattazione del ruolo dell’Impero nel pensiero di Dante ben si collega al terzo incontro del 3 aprile, in cui si tratterà proprio della funzione di pace che viene assegnata dal poeta al potere imperiale, di cui l’Italia doveva essere il “giardino”.

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