Adria-“Antichi Organi” in Cattedrale.
Applausi prolungati per le brillanti improvvisazioni di Eugenio Maria Fagiani.
Straordinario secondo concerto per la XIV rassegna “Antichi Organi del Polesine” che ha visto l’organo della Cattedrale dei SS. Apostoli Pietro e Paolo di Adria respirare sotto le mani e i piedi esperti del M° Eugenio Maria Fagiani, organista bergamasco considerato un mostro sacro dello strumento a livello internazionale. L’evento, svoltosi giovedì 8 dicembre, pensato per la ricorrenza della festa della Madonna Immacolata, è stato realizzato grazie al finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Veneto, della Provincia di Rovigo e dei Comuni di Adria, Costa di Rovigo, Lendinara, Porto Tolle, Rovigo, Villanova del Ghebbo, e con il sostegno economico di RovigoBanca. A fare gli onori di casa il parroco, mons. Antonio Donà, che ha poi lasciato la parola a Giorgia Furlanetto, assessore alla Promozione del Territorio del Comune di Adria, la quale ha fortemente voluto la realizzazione dell’iniziativa. L’assessore, nel suo saluto, dopo aver ringraziato la parrocchia per l’ospitalità concessa all’evento, ha ricordato la particolare valenza storica e artistica dell’organo custodito nella Cattedrale: uno strumento costruito nel 1933 dalla ditta Domenico Malvestio & Figlio di Padova, restaurato una prima volta nel 1970 dalla ditta Ruffatti e successivamente nel 2010, con l’intervento della ditta Francesco Michelotto di Albignasego (PD). Il recital di Fagiani ha visto la proposta di un repertorio particolarmente adatto alle caratteristiche dell’organo della Cattedrale. Questo strumento, infatti, ha un’acustica morbida ma senza quelle ridondanze che spesso rendono difficile la comprensione del discorso musicale e si è rivelato davvero ideale per l’esecuzione del repertorio sinfonico proposto. La “Ciaccona” di Bach (nella trascrizione che prima Ferruccio Busoni ha redatto per pianoforte e che poi Ulisse Matthey ha mutuato all’organo) come pure il brano “Adagietto dalla Quinta Sinfonia” di Gustav Mahler (nella trascrizione di David Briggs) hanno visto una fluidità delle sonorità come pure delle scelte agoniche quali figlie di una esperienza orchestrale consumata.
Fagiani infatti collabora stabilmente con l’Orchestra Sinfonica di Milano “Verdi” e questa esperienza maturata negli anni traspare immediatamente per l’abitudine al gesto e a quella gestione delle dinamiche tipiche di una grande orchestra sinfonica. La sua trascrizione della “Musica per i Reali Fuochi d’Artificio” di Händel invece ha visto l’organo in una ottica diversa, quella più neoclassica e più legata ad una prassi musicale anticheggiante, fatta di sonorità definite per terrazze. Senza quelle sfumature invece così abilmente sfruttate nelle due altre partiture già citate sopra. Tutte le tre ampie pagine eseguite nel corso della serata, che hanno costituito la prima parte del programma, hanno svelato un musicista attento dalla vivace curiosità musicale e, naturalmente, un virtuoso del suo strumento. Dove il virtuosismo ha assunto per una volta le caratteristiche più chiare della parola stessa: il portare al massimo compimento le virtù della proposta musicale. Ecco perché l’Adagietto, in particolare, si è rivelato come un esempio perfetto del virtuosismo espressivo, oltreché tecnico. La seconda parte del concerto invece si è caratterizzata per le improvvisazioni. Come dalle premesse si è trattato di una esperienza entusiasmante. Le esecuzioni sono state percepite in modo chiaro e comprensibile, e nonostante i linguaggi fossero molto differenti fra loro, ben si comprendevano le strutture ed i temi proposti a Fagiani dal pubblico. Ecco dunque un altro aspetto del virtuosismo di Fagiani, che si è dimostrato ancora una volta autentico interprete di questa arte che in Italia sta ritrovando una sua strada e personalità definita. Nonostante la fitta nebbia ed alcune spiacevoli sovrapposizioni, anche questa volta il pubblico ha confermato l’apprezzamento per una manifestazione coraggiosa, specializzata su uno strumento di non consueto ascolto. La voce inconfondibile e suadente dell’organo della Cattedrale ha sorpreso piacevolmente gli appassionati presenti. L’ascolto attento e rispettoso, gli applausi calorosi, sono stati ancora una volta gli elementi capaci di dare soddisfazione non solo agli organizzatori, ma anche all’artista protagonista dell’evento che ha animato la sua performance con ancora maggiore passione, incantando tutti con le sue solenni armonie e suggestive atmosfere. Chiara Paparella Comunicazione, Relazioni esterne,Organizzazione eventi E-mail: chiara@chiarapaparella.it
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