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RIPOSTA APERTA A GINO SANDRO SPINELLO.

ADRIA-Caro Gino, grazie perché mi offri l’occasione di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla Biblioteca comunale e i suoi programmi.

Per quanto riguarda il problema della mia nomina, i fatti sostanziali sono due: 1. il prof. Livio Crepaldi ha rassegnato le sue dimissioni motivandole in modo così netto e preciso da non ammettere ambiguità o ripensamenti e indicandomi come successore; 2. il sindaco ha deliberato la mia nomina a Referente della Biblioteca. Se ci sono stati vizi di forma, non spetta a me stabilirlo. 

Per rispondere, invece, all’accusa di non aver ancora ottemperato agli impegni assunti all’atto dell’accettazione della nomina, non voglio nascondermi dietro i problemi, quali la pandemia o le mie condizioni di salute, però è indubbio che essi abbiano avuto il loro peso. Il lockdown, ad esempio, e le restrizioni successive hanno creato una situazione di incertezza che ha limitato il funzionamento della biblioteca, la realizzazioni di incontri già programmati dal professore e la stessa redazione di quel piano annuale, che è richiesto dallo statuto della Biblioteca. Però, a mio avviso, non è tanto alla lettera di dimissioni del Prof. Livio Crepaldi che bisogna far riferimento, ma alla sua relazione del 18 dicembre 2019. Una vera summa, dodici fogli, fitti di dati e di considerazioni attualissime. L’elenco dei problemi e le proposte da lui formulate per la gestione della Biblioteca sono di una tale ampiezza da far tremare le vene e i polsi. Nella stessa relazione, del resto, l’allora Referente scrive della necessità di un “piano pluriennale”. E credo che ci sarà lavoro per questa e altre amministrazioni, almeno per 10 anni.

Come si possono risolvere in breve tempo, ad esempio, “i gravi problemi di spazio” di cui “la Biblioteca ha sofferto, si può dire sin dalla sua origine” come sta scritto nella relazione? Non è mio compito risolvere i problemi di gestione degli immobili del Comune, ma in questi mesi mi sono egualmente confrontato con diversi amministratori e dirigenti per trovare delle soluzioni innovative e mi auguro che si riesca a procedere nella direzione di un relazione che, ritengo, vada tenuta come bussola, ma senza l’illusione di improvvisare soluzioni magiche. Si è cercato in questo periodo di intervenire su altri fronti, per esempio quello del personale, sostenendo, da parte mia, l’esigenza di mantenere e incrementare la dotazione di personale. Così pure ho cercato, nei fatti, di superare la divisione, lamentata dal professore, tra il Settore cultura e la Biblioteca; e, nonostante il loro riferimento a dirigenti diversi, mi sembra di poter dire che, grazie all’intelligenza e alla disponibilità degli operatori di entrambi i settori, la collaborazione si sta rivelando serena e costruttiva. Senza trascurare la realizzazione nell’immediato di quegli incontri culturali che sono permessi dal parziale e incerto attenuarsi dei rigori imposti dal covid; incontri sia nuovi sia già programmati dal prof. Crepaldi e bloccati dalla pandemia. Attualmente l’impegno più gravoso ma stimolante è la realizzazione del progetto di ammodernamento informatico della Biblioteca, finanziato dalla Fondazione Cariparo, e che permetterà di rendere più efficiente il lavoro degli addetti alla biblioteca e il servizio agli utenti.  

Non è mia volontà però fare delle problematiche sopra accennate e delle tante elencate dal professor Crepaldi occasione di sterili polemiche. Ho maturato la convinzione che una delle cause delle difficoltà di crescita per la nostra città siano le divisioni e le contrapposizioni. E’ invece il mio obiettivo favorire la collaborazione fra enti pubblici e privati, raccogliendo proposte e disponibilità da chiunque intenda operare per la Biblioteca e per la cultura nella nostra città. Infine, è ben noto, non solo a me ma a molti, che, senza il deciso sostegno del prof. Livio Crepaldi, non sarei diventato consigliere generale della Fondazione Cariparo, sebbene altri abbiano facilitato il percorso e altri ancora si attribuiscano meriti per la mia elezione da parte del Consiglio generale. E il prof. Crepaldi, che mi conosce da oltre cinquanta anni, sa meglio di tanti che mi conoscono di meno, che, se intendo muovermi nella direzione da lui indicata nella gestione della Biblioteca, lo faccio e lo farò con il mio stile e la mia visione della vita e del ruolo della cultura nella nostra società. Antonio Giolo.

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