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INCONTRO A BRUXELLES- Il Consorzio Pescatori del Polesine Alza la Sfida Contro la Crisi del Granchio Blu.

DELTA DEL PO-A una settimana dal viaggio a Bruxelles per portare la voce del comparto ittico di Porto Tolle anche in Europa, il Presidente del Consorzio Pescatori del Polesine Luigino Marchesini fa il punto della situazione.

“Che il nostro settore stia attraversando una crisi senza eguali dovrebbe ormai essere cosa nota, ma abbiamo colto al volo l’opportunità di poter raccontare anche al Parlamento europeo tutta la drammaticità che stiamo vivendo. Stiamo aspettando che sia dichiarato lo stato di calamità che sarebbe davvero una boccata di ossigeno sia per i nostri pescatori, che per il Consorzio e le Cooperative che ne fanno parte. Da quanto ho capito non ci sono ostacoli dall’Europa, ora che anche la Regione Emilia Romagna ha preparato la declaratoria, così come aveva già fatto il Veneto, per indicare le aree che sono state colpite dal flagello granchio blu serve solo l’accelerazione da parte del Governo nella firma del decreto apposito. Non posso non ringraziare le onorevoli Conte e Ghidoni per aver organizzato questo incontro” così Marchesini, Presidente del Consorzio.

Non è una partita semplice quella che si sta giocando nel Delta del Po: “Qui è in gioco non solo il futuro di 1.500 famiglie, ma di un intero territorio perché questo animale sta facendo saltare non soltanto un’economia ma un intero ecosistema – continua Marchesini -. Fondamentale quindi diventerà da un lato il piano di cattura che sarà fatto con la Regione ed il Governo per consentirci di abbassare la curva di presenze della specie, che secondo le prime stime è allarmante, dall’altro sono fondamentali i lavori di vivificazione delle lagune per ripristinare il corretto ricircolo dell’acqua nelle aree produttive”.

Il Presidente si sofferma poi sulle azioni programmate dal Consorzio: “Tenendo ben a mente che proprio nella convenzione dei Diritti esclusivi di pesca, che io mi sono soltanto limitato a sottoscrivere, all’art.3 viene detto che il Consorzio “si impegna ad adottare criteri operativi interni tali da attribuire la necessaria autonomia in capo alle singole cooperative, fermo restando l’obbligo di conferimento del prodotto e della commercializzazione” tengo a dire che abbiamo ideato un piano di gestione che coinvolge tutte le cooperative che fanno parte della nostra struttura consortile e quindi tutti i loro soci, nessuno escluso. Abbiamo già realizzato sia in Sacca di Scardovari sia in Barbamarco dei recinti dove seminare il novellame tentando così di metterle in sicurezza dal granchio, ovvio che bisogna continuare a pescarlo, che le zone dovranno essere manutenute e quant’altro, non possiamo pensare che il nostro mestiere si limiti alla raccolta della quota giornaliera. Abbiamo già deliberato di ampliarli, la nota dolente è che tante cooperative non mandano i propri pescatori a lavorare. Questa è la strada che abbiamo scelto per rilanciare il settore: una via che passa dalla responsabilizzazione delle coop perché il Consorzio, visti i costi, non potrà sostenere la semina in tutte le lagune. Nessuno sarà privato del lavoro, mai, tutt’altro: con l’affidamento di porzioni di lagune alle coop si dà la possibilità al nostro comparto di poter aumentare la produttività e quindi la redditività dei pescatori. Infine ricordo che siamo in contatto con la Regione da un lato per studiare un piano di contenimento, mentre con la Provincia siamo al lavoro per trovare la giusta soluzione per salvaguardare i permessi di pesca per la questione del reddito preminente”.

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